La GDO è stata senz’altro uno dei settori meno colpiti dalla pandemia: con la prima ondata di Covid-19 i supermercati, e più in generale i negozi di generi alimentari, hanno registrato un considerevole aumento delle vendite rispetto al periodo pre-pandemia[1]. A fine anno l’ISTAT ha nuovamente registrato in Italia una crescita delle vendite dei beni alimentari (+1,7% in valore e +1,2% in volume), dimostrando nuovamente come il comparto Food goda di ottima salute[2].

Tuttavia a causa dell’inflazione e della crisi energetica internazionale, che sta avendo ricadute importanti anche sulla filiera del food, notoriamente energivora, questa crescita potrebbe presto subire un arresto. Secondo i dati di febbraio 2022 del Global State of Consumer Tracker di Deloitte, il 76% degli Italiani ha già percepito un innalzamento dei prezzi per quanto riguarda i generi alimentari di prima necessità, rispetto al mese immediatamente precedente[3]. Prezzi più alti significano minori consumi, ma non è tutto. L’aumento del prezzo medio del carrello espone i retailer al rischio di veder aumentare le differenze inventariali.

Analizzare l’andamento del fenomeno dello shrinkage e soprattutto l’impatto che questa criticità ha avuto sul comparto food della GDO nell’ultimo biennio può rivelarsi utile ai retailer in ottica di pianificazione di strategie atte a fronteggiarlo.

 

Lo studio La Sicurezza nel Retail in Italia 2021, realizzato da Crime&tech, spin-off dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, con il supporto di Checkpoint Systems Italia e la collaborazione del Laboratorio per la Sicurezza, ha ripercorso gli ultimi due anni di andamento delle differenze inventariali nel Retail  GDO in Italia, riportando un ammontare delle stesse nel 2020 di circa 3,48 miliardi di euro (l’1,41% del fatturato annuo). La food chain (Supermercati, Ipermercati e Discount) è stata la categoria maggiormente interessata, registrando il valore più alto (1,89%)[4] tra tutti i settori merceologici.

 

La stessa ricerca ha evidenziato le fasce orarie di maggiore picco di furti nei supermercati e ipermercati - principalmente quella serale (18.00 - 20.00) e quella del pranzo (12.00-14.00), soprattutto nei giorni infrasettimanali[5] - e il valore medio della merce rubata o recuperata tra inizio 2019 e metà 2021 (39 euro). Per quanto riguarda le tipologie di articoli, i più soggetti a furti e taccheggi (per numero di pezzi rubati e per valore) risultano essere gli alcolici, seguiti da caramelle e cioccolato, prodotti in scatola, salumi e formaggi, caffè e profumeria[6].

 

Tra le principali cause esterne di differenze inventariali che interessano supermercati, ipermercati e discount il taccheggio si è confermato essere la principale, in tutte le sue declinazioni (rimozione delle etichette antitaccheggio, grab and run, booster bag o jammer)[7]. È interessante anche evidenziare come rispetto al 2019 le aziende italiane del settore GDO abbiano riscontrato un aumento dei cosiddetti “furti di necessità” pari al 66%[8], probabilmente dovuto all’incertezza sociale ed economica causata dalla pandemia.

 

Oltre alle perdite generate da furti esterni o comunque di natura criminale, peso importante sulle differenze inventariali nel settore food hanno avuto anche le cause di natura operativa[9]. Tra queste il primo posto è occupato da scarti e rotture, seguito da merce scaduta/deteriorata, sfridi, errori amministrativi e mancati freddi[10]. Questo fa intendere quanto le caratteristiche fisiche, la fragilità e deperibilità della merce venduta in questi contesti risultino fattori che concorrono in modo importante il fenomeno dello shrinkage e che un livello di controllo maggiore sull’intera filiera, dal magazzino al negozio, abbinato ad inventari frequenti, l’adozione di misure di sicurezza più sofisticate e una cultura aziendale condivisa, possano rappresentare ingredienti tattici per contenere il fenomeno.

Affidarsi alle nuove tecnologie può rivelarsi altrettanto strategico ed efficace: secondo lo stesso studio nonostante il 43% dei retailer della GDO dichiari di svolgere ancora i propri inventari manualmente[11], l’RFID sta prendendo sempre più piede, soprattutto per i prodotti per i quali l’applicazione risulta più facile e abbia già dimostrato l’efficacia nel ridurre gli ammanchi.

 

La sfida maggiore per i retailer del food è da individuarsi nella gestione dei prodotti freschi e deperibili, che rappresentano oggi il 50 e il 60% delle vendite di un supermercato[12]. Affrontare il problema degli sprechi alimentari, riducendo il numero e il valore delle mancate vendite è possibile grazie alla tecnologia. Esistono soluzioni che hanno già dimostrato l’efficacia come supporto dei retailer nell’ottimizzazione dell’efficienza gestionale e della rotazione delle scorte. Parliamo di sistemi - un esempio dei quali è la soluzione RFreshIDTM di Checkpoint Systems - basati sulla tecnologia RFID e progettati per gestire le scorte in modo più efficiente abbattendo gli sprechi, grazie ad una migliore visibilità dell'inventario che permette di identificare accuratamente i prodotti con date di scadenza vicine o raggiunte.

 

 

Sono dunque le innovazioni tecnologiche a rappresentare il primo alleato dei retailer per ridurre le differenze inventariali e mantenere nel contempo alta la qualità del servizio al cliente, aumentando i profitti.

 

 

[1] Whitepaper: “Il Largo Consumo nel 2021 fra nuovi record e grandi incertezze”, IRI gennaio 2022, p.7, https://www.iriworldwide.com/IRI/media/IRI-Clients/International/it/White-Paper_-LCC-nel-2021.pdf

[2] Commercio al dettaglio – dicembre 2021, ISTAT, febbraio 2022, https://www.istat.it/it/archivio/266153

[3] Global State of Consumer Tracker, Deloitte, https://www2.deloitte.com/us/en/insights/industry/retail-distribution/consumer-behavior-trends-state-of-the-consumer-tracker.html

[4] Report “La Sicurezza nel Retail in Italia 2021”, Crime&tech con il supporto di Checkpoint Systems Italia e la collaborazione del Laboratorio per la Sicurezza, novembre 2021, p.9, https://checkpointsystems.com/it/reports/la-sicurezza-nel-retail-in-italia-2021/

[5] Ibidem, p.40

[6] Ibidem, pp.42-43

[7] Ibidem, pp.34-36

[8] Ibidem, p.35,

[9] Ibidem, pp.34-35

[10] Ibidem, p.54

[11] Ibidem, p.30

[12] The Challenge Food Waste, GS1 and Planet Retail, p.3, https://www.gs1.org/sites/default/files/gs1_uk_the_challenge_of_food_waste.pdf

 

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